Descrizione
Quante volte uno spirito maturo si è posto queste domande: “Chi sono io? Come, e perché sono venuto in questo mondo? Dove andrò quando da qui uscirò? C’è qualcosa di sicuro cui mi possa affidare in ciò che mi circonda, in ciò che vedo intorno a me, in ciò che sento in me?”. Sono domande che impegnano una vita, come quella di Nicola Dallaporta Xydias, grande astrofisico e filosofo, che poco prima di morire ha lasciato questo scritto, una sorta di testamento spirituale, diario di un percorso di conoscenza e di fede che lo ha visto fortemente coinvolto fin dagli anni giovanili. Dallaporta ha cercato le risposte dapprima nella filosofia, nella scienza e nell’arte; tuttavia la svolta è avvenuta nell’incontro con l’opera L’uomo e il suo divenire secondo il Vedanta di René Guénon che gli rivelava l’essenza della visione advaita dell’Induismo e gli schiudeva una dimensione di Dio inaspettata, concettualmente immensa. Nelle ricerca di un quadro d’insieme di Dio, del cosmo e dell’uomo, l’Autore si pone un’ulteriore importante domanda, con riferimento all’opera di Frithjof Schuon: se vi sia una unità metafisica che soggiace a tutte le grandi religioni. Questo è il punto di approdo e di partenza per Dallaporta che nel presente saggio si esprime in una duplice prospettiva: da un lato l’Induismo è la matrice di tutte le grandi religioni, dall’altro lo studio della successione delle varie forme religiose tenta di dare ragione a questa successione stessa. Suggerisce difatti una gradualità nell’apporto di Verità recato dalle varie Rivelazioni, il cui metro in certo modo si adegua alle condizioni umane cui quel dato annuncio si rivolge. Il che, per Dallaporta, costituirà anche per la mente di uomini e donne spiritualmente adulti l’approdo naturale e più avanzato.
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