Benedetto Calati il monaco della libertà

Un'intervista nascosta di Innocenzo Gargano e Filippo Gentiloni al monaco camaldolese

 15,00



Autore: a cura di Raniero La Valle
Prefazione di Alessandro Barban
ISBN: 978-88-6099-392-2
Pagine: 144
Formato: 14 x 21
Anno: 2019
Anteprima: Disponibile

Descrizione

E i suoi occhi, che connotano uno sguardo amicale ma forte, che ti interrogano, che ti prendono, ti scavano, ti provocano, ti amano, ti perdonano, ti sollecitano…  Sono occhi di lotta che non stanno fermi, non si arrendono, che non guardano indietro con nostalgia, occhi provati dalla vita e dalla storia, occhi aperti verso il volto dell’altro e verso il domani del mondo.

Dalla Prefazione di Alessandro Barban (Priore Generale dei Camaldolesi)

«Se padre Benedetto era così buono, figuriamoci come deve essere Dio!». Per voce di una discepola, questa lode è echeggiata nella liturgia di commiato da padre Benedetto Calati, il camaldolese più importante del Novecento, come dicono gli stessi suoi confratelli; e se un uomo, un monaco, è preso a paragone di Dio, vale la pena scoprire chi era, e com’era, e qual è stata la sua strada. Una strada cominciata quando, da un paese del Sud, ragazzo, «fuggì di notte col mantello corto e alcuni versi in tasca, povero, così pronto di cuore», per andare a vedere com’era a Camaldoli quella ricerca di Dio di cui gli avevano tanto parlato. Ma per scoprirlo, non bisogna andare lontano, perché proprio lui ha ripercorso e raccontato se stesso in questo colloquio che alla fine della sua vita ha avuto con due suoi amici, straordinariamente capaci di fargli scavare il fondo del suo animo. Ne è scaturito il racconto sincero e senza ombra di censura di una vita non banale, di una religione non stucchevole, di una fede non scontata. Una vita che ha avuto il suo lungo silenzio, a colloquio con i volumi in folio della Scrittura e dei Padri della Chiesa, che ha poi fatto irruzione nella storia di una società e una Chiesa in fermento, e che ogni cosa ha assunto e messo al suo posto, la politica, l’amicizia, la donna, l’amore; una vita che si è manifestata come paternità, si è svolta nell’esodo, si è compiuta nell’amore; una vita che è stata un cammino attraverso le stazioni della libertà.

Raniero La Valle, direttore di “L’Avvenire d’Italia” ai tempi del concilio Vaticano II. Deputato e Senatore della Repubblica come Indipendente di Sinistra. Autore di numerose opere, tra le ultime: Quel nostro Novecento (2011), Chi sono io, Francesco? (2015), Un Concilio per credere (2013), Ho visto la miseria del mio popolo (2016), Cronache ottomane di Renato La Valle: come l’Occidente ha costruito il proprio nemico (2016). Con Gabrielli editori: Lettere in bottiglia. Ai nuovi nati questo vostro Duemila (2019).

Guido Innocenzo Gargano, monaco camaldolese, ha scritto, tra gli altri: Il Sapore dei Padri della Chiesa nell’esegesi biblica. Una introduzione, Edizioni San Paolo 2009 e ha venduto circa centomila copie di Lectio Divina del Nuovo Testamento con le Edizioni Dehoniane di Bologna (EDB).

Filippo Gentiloni è stato un giornalista de “Il manifesto”, specializzato in tematiche religiose. In un libro, Abramo contro Ulisse (Claudiana), ha parlato della sua vita come di “Un itinerario alla ricerca di Dio”. Con Pietro Ingrao, Rossana Rossanda e Mario Tronti ha partecipato agli incontri che si tenevano ogni anno nell’Eremo camaldolese di Monte Giove (Fano) in dialogo con padre Benedetto Calati.

Benedetto Calati (1914-2000), monaco camaldolese, fu testimone profetico del Concilio Vaticano II, riformatore della vita religiosa nel suo Ordine religioso e soprattutto un monaco amante della Parola di Dio. Benedetto Calati è rimasto nella memoria di molti per il suo dialogo con i non credenti, le altre religioni, il mondo ebraico, ma è anche ricordato per la sua passione per la lectio divina e per aver traghettato, da Priore generale dei Camaldolesi per 18 anni (1969-1987), i suoi monaci nella difficile temperie del post-Concilio.

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