Descrizione
Una ‘lezione’ sull’arte, teorica e pratica, della diffidenza nei confronti dei fenomeni sociali potenti e affascinanti, ovvii e normali.
Le argomentazioni sulla conoscenza negativa e sulla metodologia di ricerca sociologica, l’esposizione di due ricerche empiriche sulla costruzione sociale delle identità dei devianti e sulla normalità e devianza religiosa – il tutto all’insegna di una rivisitazione della cosiddetta Scuola di Francoforte introducono nel dibattito sociologico italiano un piccolo vento di contestazione del modo in cui la teoria critica è stata per lo più recepita. La finalità del libro è, tuttavia, quella di dimostrare che è possibile ‘fare sociologia’ in un modo diverso, rispetto a quello più diffuso. E si propone una sorte di statuto etico della sociologia.
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