Descrizione
L’amore in uno sguardo, in cammino con Matteo
Una degli aspetti che periodicamente è messo in discussione è l’attendibilità dei vangeli, la storicità di Gesù, la sua esistenza. È qui che s’inserisce Matteo con il suo percorso interiore. Ciò che racconta nel vangelo non è una biografia, ma un’esperienza di fede basata sulla sua personale esperienza. E gli eventi e i fatti sono riletti alla luce di Dio.
Matteo, identificato nei vangeli con l’ebreo Levi, l’esattore delle tasse per conto dei romani, non si aspettava la salvezza, sapeva di non poter fare nulla per meritarla. La vita per lui era diventata potere e denaro. Tuttavia, la sua durezza si schianta in un attimo quando incrocia lo sguardo del Nazareno, quel Rabbi un po’ strano che con uno sguardo entra nella sua vita e la sconvolge.
«Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mt 9,13). Questo è il fulcro del primo vangelo commentato con la consueta sensibilità e profondità dal biblista De Martino, che con un caldo “tu” interpella, provoca, per stabilire con il lettore una relazione diretta. Con quello “sguardo d’amore” appreso nella sequela di Gesù di Nazareth.
«Lo sguardo di Gesù raccolto dai vangeli è di una portata straordinaria, il suo sguardo vedeva sempre oltre perché l’amore vede sempre oltre. Gesù guarda Levi e non vede un ladro, bensì un uomo bisognoso di fiducia. È bello sapere che anche noi siamo visti così. Quando ci guardiamo dentro e vi troviamo solo buio, Dio ci sta guardando semplicemente come figli amati alla follia! Se imparassimo a guardarci con gli occhi di Dio, impareremmo anche ad accettarci, ad amarci un po’ di più, a stimarci un po’ di più, trasformando così la nostra vita.»