Descrizione
Così scrive Vittorino Andreoli nella Presentazione: “Con Franz Kafka abbiamo imparato che si può fare l’impiegato in una compagnia di assicurazioni del Dazio e diventare grandi narratori. Italo Svevo ha legato gli impiegati di banca alla letteratura italiana. Ora Trevisi riporta la letteratura e la poesia dentro la Questura e nel lavoro del Dipartimento di Polizia”.
Un paragone importante, quasi una sfida per un autore che di professione fa il Capo della Squadra Mobile presso la Questura di Verona e che tramite la letteratura cerca di fare una sintesi tra pensiero, emozioni e lavoro.
In questo piccolo libro di poesie, scritte in tappe successive della vita, Trevisi per la prima volta mette allo scoperto se stesso, gli affetti, le attese, il dolore… (“di sicuro su queste pagine bianche sono rimasto nudo, ricoperto solo di milioni di coriandoli…”), con quella particolare tonalità mista di solarità e malinconia che lo connota.
Perché “Coriandoli”? ce lo spiega con le sue parole l’autore quando dice che “i pensieri sono come coriandoli, alle volte colorati e alle volte in bianco e nero, coriandoli che piccoli e leggeri si lanciano per aria e poi si fanno trasportare dal vento sino ad arrivare giù, a terra, a coprire il grigio dell’asfalto”.
Le strade che Trevisi percorre, insieme ai suoi colleghi, sono tante volte segnate dalla violenza e dalla morte, esperienze per le quali sicuramente serve un antidoto per non lasciarsi travolgere e continuare ad essere se stessi. Un antidoto per l’anima, quindi, di un poliziotto o di chiunque altro, alla ricerca di quell’innocenza che non si può mai dire del tutto perduta.
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