Descrizione
Questa fiaba racconta l’innocenza. Quella che non ha età, non ha confini, non ha gabbie etniche e religiose. Quella dei bambini, che ancora vedono il volto altrui come riflesso di un sentimento di simpatia, di empatia, di nostalgia dell’altro che dorme come una promessa nel profondo di noi stessi.
Insomma, questa fiaba racconta lo stupore che muove l’uomo alla ricerca del suo simile e la gioia di conoscerlo senza preconcetti e pregiudizi.
Il libro è illustrato dai disegni di Giuliano Salvaterra
L’indiano e il bambino – la trama
Uno strano personaggio si aggira nei vicoli del paese e sui sentieri di una vallata ai piedi dello Sciliar in Alto Adige. Nessuno l’ha mai conosciuto ma tutti lo chiamano così: “l’indiano”. Circolano brutte storie sul suo conto. Matteo lo incontra, casualmente, durante una passeggiata nel bosco. Ha paura, si nasconde dietro un cespuglio mentre l’indiano danza e sussurra strane parole al vento. Improvvisamente il bosco si anima di fantasmi: indiani coi coltelli, serpenti verdi, donne che danzano. Matteo fugge a perdifiato sotto una pioggia battente. Ma da quel momento la vita cambia. La paura lo spinge alla ricerca della verità. Matteo vuole sapere chi è davvero l’indiano dai lunghi capelli bianchi che porta tatuato sul polpaccio un serpente infuocato con una scritta in spagnolo: Dios no mata. Insieme alla bella e coraggiosa Ingrid, che quando bacia fa venire le vertigini, decide di salire al maso dove vive l’indiano per saperne di più. E qui, nella casa costruita sull’albero piena di poesia, biglietti e memorie (l’amata Rosa, il vecchio menestrello Jakob Ziller, passato per il campo di concentramento di Dachau) avvengono cose talmente portentose da sorprendere il lettore.