Descrizione
“Il dialetto veronese è lo strumento della mia comprensione quotidiana… è il vocabolario della mia storia.” (Vittorino Andreoli)
Vittorino Andreoli scrive da sempre. Non solo saggi e trattati, ma anche pagine di alta letteratura. “Omeni, done e buteleti” raccoglie frammenti di vita ricomposti nella lingua madre dell’autore, il veronese. Ventisei affreschi dove riconoscere le agricole ascendenze, le satireggianti matrici, nonché le folgoranti inserzioni di una vividissima contemporaneità con esiti trascinanti, espressamente concepiti per il divertimento del lettore, come “You not understand n’ostrega. Savéito che ostrega lè american. Sa volio saver voialtre done puoarete. Fachin…”.
Il tesoro che dunque luccica in questo libro, così prosperoso e allettante, non è il Passato a cui fa pensare il titolo, bensì il Futuro. Libro scrigno, libro zaino, libro cassettiera, pieno zeppo di “fregolete” semantiche fatte per nutrire, domani come ieri, un “corpo” di cui la memoria e il linguaggio sono organi vitali.
Finanche libro erbario, nelle cui vegetali narrazioni, evocate dai focolari e dai filò di una campestre tradizione, scoprire come una “madona” si riveli ramificazione – o forse radice? – di suocera, un elegante “mandrigolo” faccia sbocciare venustà sul nostro anonimo ombelico, e da un crudissimo “naon” germogli in modo definitivo il senso, ortofrutticolo-intellettuale, di una rapa. Rivelazioni disseminate all’interno di un imponente corpus narrativo, le cui meraviglie comprendono gioie e prurigini del matrimonio, ma anche della sessualità vissuta in tutta la sua immediatezza da Bepi e Maria, agresti e amabili sposi.
Così risuona la grande Musica del dialetto veronese, in un libro dove ammirare dispiegata tutta la sua luminosa e sensuale bellezza. Scritto da Vittorino Andreoli perché arricchisca di umorismo e poesia non solo la sua meravigliosa terra natale, ma il mondo intero.