Descrizione
In tempi feroci, oggi come ieri, le coscienze devono decidere se stare dalla parte dei carnefici o delle vittime. Se fingere di non vedere la vittima, come fanno il sacerdote e il levita della parabola evangelica, oppure soccorrerla e accoglierla, come fa il samaritano. Le vittime di questa stagione feroce sono i profughi e i migranti, umiliati e offesi, torturati e assassinati nei lager libici, lasciati annegare nel Mediterraneo, respinti e uccisi da muri e da leggi disumane, feriti dai razzismi, sfruttati. Ma ci sono, ovunque, anche i samaritani che soccorrono e accolgono, si oppongono alla disumanità, si battono per la giustizia e l’uguaglianza, credono nella fraternità. Praticano la buona accoglienza che valorizza i talenti di chi è accolto. Tengono viva la speranza. Ovunque ci sono coscienze che si oppongono alla ferocia, talvolta a prezzo della vita.
Il libro raccoglie testi inediti o pubblicati in una prima versione su «l’Adige», «Trentino», «Il Margine», ildolomiti.it. Sguardi senza confini sul nostro presente e squarci di feroci passati che non vanno dimenticati.
Ma quale civiltà c’è da difendere? E da chi? Noi siamo gli assassini dei nostri più grandi valori. La civiltà europea affoga nel mare insieme agli infelici che essa si rifiuta di salvare. E questo crimine si compie tra gli applausi delle folle.
L’Occidente è in guerra coi migranti, ma non vuole ammetterlo. Fa loro guerra coi muri, con le leggi, vendendo armi ai regimi oppressori, sfruttando le ricchezze dei loro Paesi, ma non vuole guardare le vittime delle sue guerre.