L’omaggio di Ágnes Heller ad Anna Frank – Giornata della Memoria 2020

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ANNA FRANK, IN UNA GOCCIA L’OCEANO DI UMANITÀ. I NOSTRI 90 ANNI: LEI SOMMERSA, IO SALVATA
DI ÁGNES HELLER

Estratto del discorso inedito per i novant’anni dalla nascita di Anna Frank (12 giugno 1939) che Ágnes Heller ha tenuto nella Paulskirche di Francoforte il 12 giugno 2019. Traduzione dal tedesco di Peter Paul Litturi. L’intervento è contenuto nel libro di Ágnes Heller, “Il demone dell’amore”, scritto con Francesco Comina e Genny Losurdo, Gabrielli editori 2019.

«La prima volta che ho letto il diario di Anna Frank ero una giovane donna e lo lessi con gli occhi della bambina che condivideva molte delle esperienze e del vissuto di Anna. Era per me come una parente o un’amica che ho perduto in quei terribili anni della persecuzione. Nel 1944 avevamo ancora una storia comune. Come Anna, ci siamo rallegrati per la sconfitta di Stalingrado o per la caduta di Mussolini allora e per l’attentato a Hitler (purtroppo fallito) e poi, naturalmente, per il D-day del 6 giugno. Rileggendo il diario ho rivissuto le mie gioie di allora e le mie paure. Ho ricordato, come mi capita sempre di fare, l’uccisione di mio papà ad Auschwitz a cui ero molto legata, come Anna al suo Pim. Mi sono anche stupita delle speranze che battevano nel cuore di Anna, le sue fantasie per i possibili giorni del dopoguerra in un momento in cui non ero certa che saremmo mai sopravvissuti.»

«Anna ha vissuto in una goccia l’oceano della condicio humana. Si è interrogata sull’egoismo e sulla disponibilità ad amare il prossimo, sui buoni e sui cattivi. E ha fatto i conti col male. A volte muovendosi nella quotidianità, altre volte guardando la scena dal proscenio del mondo. Spesso ha riflettuto sulle problematiche legate all’identità, che per lei era un fatto molto personale.»

«Anna Frank credeva nel futuro, in un miglioramento del mondo e di tutti i popoli. Tempo fa ho letto le ultime lettere dei condannati a morte dai nazisti. Essi condividevano la fede nel miglioramento del mondo e in una progressiva liberazione degli uomini dal male. Senza questa fede non si poteva né morire e né sopravvivere. Non volevano morire inutilmente, anche se il mondo non è migliorato e le popolazioni non stanno affatto sviluppandosi in modo armonioso e pacifico. Ma anche se tutto ciò fosse stata una illusione essi non sono comunque morti invano. Anna Frank sicuramente non è morta invano. Lei non è morta per qualcosa, è vissuta per qualcosa. Ha vissuto intensamente contro la morte.»

UN LIBRO SUL TEMA DELL’AMORE, LA PREZIOSA EREDITÀ DI ÁGNES HELLER

La filosofa ungherese (1929 – 2019) , nota a livello internazionale, sopravvissuta alla Shoah, ha lasciato in dono i suoi pensieri sull’amore con un inedito dedicato ad Anna Frank, sua coetanea, a novant’anni dalla nascita, nel suo ultimo libro.

Ne Il demone dell’amore (Gabrielli editori, Verona luglio 2019) la filosofa ungherese Ágnes Heller,in un intenso dialogo con Francesco Comina e Genny Losurdo, affronta per la prima volta non una complessiva teoria dei sentimenti, ma direttamente il sentimento più esplosivo fra tutti: l’amore con i suoi demoni e il suo impatto nella letteratura, nel pensiero, nell’arte e nella musica. Un viaggio appassionato dalle origini del pensiero fino ai giorni nostri, nella tensione verso la cura del prossimo e il rapporto esistente tra amore e politica. Il libro si chiude con uno scritto inedito della Heller, un ricordo vibrante,  pieno di amore per i novant’anni dalla nascita di Anna Frank, sua coetanea. Per non dimenticare i risorgenti nazionalismi, che Ágnes Heller ha affrontato con lucida passione fino alla fine.

Ágnes Heller (1929-2019) È stata una delle più importanti pensatrici della nostra storia. Ebrea ungherese sopravvissuta alla Shoà, subito dopo la guerra diventa allieva e assistente di György Lukàcs. Massima rappresentante della Scuola di Budapest. La sua opera più famosa, La teoria dei bisogni in Marx, venne fortemente criticata dal regime comunista. Nel 1978 emigra a Melbourne in Australia dove assume un incarico all’Università e qualche anno più tardi si sposta alla New School di New York per insegnare alla prestigiosa cattedra che fu di Hannah Arendt. Dopo la caduta del muro di Berlino decide di tornare in Ungheria. Ha pubblicato moltissimi libri fra cui: L’uomo del Rinascimento. La rivoluzione umanista (2013), Breve storia della mia filosofia (2016), Teoria dei sentimenti (2017), Paradosso Europa (2017), Il potere della vergogna. Saggi sula razionalità (2018), Una teoria della storia (2018), Un’etica della personalità (2018), La filosofia radicale (2018), Orbanismo (2019), Il valore del caso. La mia vita (2019).

Francesco Comina è giornalista professionista e scrittore. Da sempre interessato ai temi della pace e dei diritti, ha coordinato per dieci anni il Centro per la pace del Comune di Bolzano. Ha seminato amicizie con alcuni grandi testimoni e maestri del nostro tempo, di cui ha raccontato le vicende e le visioni in vari libri fra i quali, Il sapore della libertà. In dialogo con Marcelo Barros (2005), Qui la meta è partire. In dialogo con Arturo Paoli (2005), Il monaco che amava il jazz. Testimoni e maestri, migranti e poeti (2006), Sulle strade dell’acqua. Dramma in due atti e in quattro continenti (2008), Il cerchio di Panikkar (2011), Monsignor Romero, martire per il popolo (2016), L’uomo che disse no a Hitler. Josef Mayr-Nusser un eroe solitario (2017). Con Eduardo “Mono” Carrasco, Inti illimani. Storia e mito (2010), con Luca Bizzarri, Agnes Heller. I miei occhi hanno visto (2012).

Genny Losurdo, laureata in lingue, si è formata successivamente a Colonia come Peace & Conflict Consultant. Ha lavorato come web editor, traduttrice free lance e ha scritto articoli per riviste che si occupano di pace e diritti umani.

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