Gianni Dall’Aglio a Brescia con “Batti un colpo”

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Comunicato stampa

GIANNI DALL’AGLIO A BRESCIA
Il batterista storico di Adriano Celentano e Lucio Battisti
presenta la sua autobiografia alla Feltrinelli di Brescia (Corso Zanardelli 3)
martedì 24 febbraio ore 18
Intervengono: Jean Luc Stote di Radio Onda d’Urto, Gianni Dall’Aglio, autore

Gianni Dall’Aglio è un antesignano del rock, un pioniere musicale che ha esercitato una profonda influenza nella storia della musica italiana. Fondatore del gruppo beat I Ribelli, storico batterista di Adriano Celentano e di Lucio Battisti, in Batti un colpo. Due metri quadrati di paradiso (prefazione di Michele Bovi, Gabrielli editori) Dall’Aglio narra le proprie vicende umane ed artistiche: dagli esordi alla fine degli anni ’50, fino ai giorni nostri, raccontandone i più vividi dettagli, portando il lettore nel cuore dell’Italia splendida di quegli anni. Un asse portante del libro è la grande amicizia tra Gianni e Adriano Celentano che lo ha voluto con sé per oltre cinquant’anni.
La nascita dei Ribelli e l’incontro con Demetrio Stratos, l’indimenticabile interprete di “Pugni chiusi”, hanno cambiato la musica: “Da quel momento il Beat non sarà più lo stesso”.
La storia continua accanto a Lucio Battisti  fino allo storico duetto con Mina  nel 1972. Il libro inizia nel momento di maggior drammaticità e nello stesso tempo il più intenso ed emozionante vissuto da Gianni e da sua moglie Orietta, poco prima di entrare in sala operatoria per un gesto d’Amore…

Gianni Dall’Aglio, Batti un colpo. Due metri quadrati di paradiso, in collaborazione con Pablo Coniglio, prefazione di Michele Bovi, pp. 200 + 32 di foto inedite, € 15, Gabrielli editori.
https://gabriellieditori.it/shop/narrazioni/batti-un-colpo/

Dalla Prefazione di Michele Bovi* “Gianni, mito perpetuo”: “In questo libro Gianni entra nei dettagli su tutto, dall’amore alla solidarietà. E, naturalmente, la musica. Una fotografia dei cosiddetti Favolosi Anni Sessanta e di una realtà che non si concilia con il relativo immaginario collettivo. Ovvero quella convinzione diffusa – soprattutto tra i ragazzi – che la musica, il beat, i complessi (definizione d’epoca delle band) significassero successo e oro era un’illusione onirica. (…) Di quella memorabile stagione Gianni non è soltanto un testimone ma anche un protagonista in attività. Nelle orchestre di Adriano Celentano nei suoi spettacoli televisivi meno e più recenti spicca il caschetto – da anni bianco – di quel batterista
della prima ora. Dall’Aglio racconta della delusione provata quando uno dei suoi idoli, Little Richard, proprio in uno special televisivo di Celentano preferì suonare al piano un brano sconosciuto piuttosto che uno dei suoi elettrizzanti cavalli di battaglia rock. “Tutto era così diverso – commenta rassegnato Gianni – perché alla fine i miti diventano una fotografia sbiadita”. Sappia che proprio lui rappresenta l’eccezione che conferma la regola: il mito Dall’Aglio, quando ancora oggi lo vediamo sul palco, è un’istantanea dai colori indelebili. Parafrasando Paganini: un Mito Perpetuo.”
* Michele Bovi è capostruttura di Rai1, ideatore di Techetechetè.

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