Non-ebrei ai piedi del Sinai

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Uomini e profeti, Radio3 – 26 settembre 2015 – Storie. ” Non ebrei ai piedi del Sinai” con Raniero Fontana, Andreina Contessa, in studio conduce Brunetto Salvarani

Molti sono i punti di vista possibili nei confronti di Israele, una realtà aggrovigliata a un tempo politica, culturale e, ovviamente, religiosa. Proviamo ad avvicinarci a esso con lo sguardo di un intellettuale italiano che, insieme alla sua sposa, ha compiuto da alcuni decenni la scelta di vita di risiedere a Gerusalemme, cercando di entrare a pieno titolo in una storia vivente che ha avuto origine al momento della Rivelazione del Sinai: Raniero Fontana, teologo e filosofo cattolico che è stato allievo, fatto pressoché unico, di una scuola talmudica in Israele, ma anche docente al Centro Ratisbonne a Gerusalemme (il cuore del dialogo ebraico-cristiano) dove teologi, preti e laici di ogni confessione cristiana studiavano i testi della tradizione d’Israele. I suoi testi offrono una panoramica per nulla retorica sulla cultura ebraica, sulla situazione sociale e politica in Israele, sul rapporto tra ebrei e non-ebrei e sullo stato del dialogo ebraico-cristiano, a cinquant’anni dal documento del Vaticano II che ha riaperto i canali di comunicazione fra ebraismo e cattolicesimo.
Di questo rifletteremo con lui e con sua moglie, Andreina Contessa, storica dell’arte e medievalista, direttrice del Museo di Arte Ebraica Italiana di Gerusalemme storica dell’arte e medievalista.

La registrazione dell’intera intervista su: http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-4e68db71-a23f-43bb-8411-14df1dbccd66.html#sthash.6DrorSsu.dpuf 

Raniero Fontana, Diario noachide. Un non-ebreo ai piedi del Sinai, Prefazione di Ariel Rathaus, Gabrielli editori 2015
Dalla Prefazione di Ariel Rathaus*

“Raniero Fontana è un teologo cristiano davvero molto sui generis – in realtà, come si dice in ebraico, un talmid chakham (un “allievo di sapiente”, ossia, fuor di metaforica modestia, un sapiente della Torah a tutti gli effetti), e che la cultura rabbinica – di cui l’affastellata, multistratificata, polifonica pagina talmudica costituisce l’espressione più pregnante – è parte integrante del suo orizzonte spirituale e intellettuale. (…) Fontana ha deciso sin dall’inizio di dedicarsi a quello che lui chiama “ascolto di Israele”, di mettersi “alla scuola di Israele” e per questa via di diventare (dico io) un talmid chakham. Ma la sua ricerca, che all’inizio lo aveva portato anche a frequentazioni nell’ambito del noachismo israeliano (a interloquire, dunque, con chi assegna al non-ebreo una posizione inevitabilmente gregaria), si è nel corso degli anni affinata, si è sempre più svolta all’insegna di un’istanza totalizzante di purezza assoluta, negatrice di compromessi e mezze soluzioni, di un’istanza di incontro paritario. Per dirla con le sue parole: “La mia ricerca di un posto in quanto non-ebreo ai piedi del Sinai (be-maamad har Sinai) esprimeva esattamente questo, la mia aspirazione a entrare in essa [nella conversazione della Torah] come partner di Israele a parte intera”. Un non-ebreo chiede agli ebrei di “condividere il Sinai”, e, racconta l’autore, l’inconsueta richiesta riesce a spiazzare anche i raffinati e apertissimi intellettuali dell’Istituto Hartman.”

* Ariel Rathaus insegna Letteratura italiana presso la Hebrew University di Gerusalemme. Ha pubblicato numerosi lavori sui rapporti fra poesia ebraica e letteratura italiana fra Rinascimento e Barocco. In ebraico ha curato la nuova versione del Decameron di Boccaccio e tradotto la Scienza Nuova di Vico. In italiano ha tradotto alcuni fra i maggiori poeti israeliani contemporanei.

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